Burj-Dubai tower. 2008

Babel. Athanasius Kircher. 1679.
Lo stemma della città

Per quanto riguarda la torre di Babele all’inizio tutto era abbastanza a posto, certo l’ordine forse era troppo grande, si pensava troppo alle indicazioni stradali, agl’interpreti, agli alloggi dei lavoratori, alle vie di comunicazione, come se davanti si avessero centinaia di anni di possibile lavoro. Passava l’opinione allora dominante che, di fatto, non si sapesse costruire con bastante lentezza; quest’opinione non era eccessiva e si poteva del resto esitare, spaventati dalla costruzione delle fondazioni. Si argomentava dunque in questo modo: essenziale di tutta l’impresa è l’idea di costruire una torre che arrivi a toccare il cielo. Rispetto a quest’idea tutto il resto è secondario. L’idea, una volta compresa nella sua misura, non può più svanire; finché ci sono uomini ci sarà anche il potente desiderio di portare a termine la costruzione della torre. A questo riguardo non si deve avere per il futuro alcuna preoccupazione, al contrario, il sapere umano cresce, l’abilità costruttiva ha fatto progressi e ne farà ancora, un’opera per la quale noi impieghiamo un anno sarà forse tra cento anni finita in sei mesi, meglio inoltre, e più solida. Perché dunque già oggi affaticarsi al limite delle forze? Ciò poi significherebbe solo, sperabilmente, costruire la torre nel tempo di una generazione. Ma ciò non sarebbe in alcun modo auspicabile. E’ più probabile che la prossima generazione, con il suo perfezionato sapere, trovi scadente l’operato della generazione precedente e che il costruito venga abbattuto per cominciarlo di nuovo. Tali idee paralizzavano le energie e più che della torre ci si curava della costruzione della città operaia. Ogni squadra di operai venuti dalla campagna voleva avere il quartiere più bello, da ciò si produssero controversie che crebbero al punto di diventare lotte sanguinose. Queste lotte non finivano più; per i capi esse erano un nuovo motivo per cui la torre, mancando anche la necessaria concentrazione, dovesse esser costruita con più lentezza, o meglio, soprattutto dopo la pacificazione generale. Non si consumava il tempo però solo con le lotte, nelle pause si abbelliva la città, per la qualcosa tuttavia spuntarono nuove invidie e nuove lotte. Così il tempo della prima generazione trascorse, ma nessuna delle seguenti fu diversa, solo la perizia architettonica si rinforzava di continuo, e la smania di lottare.
A questo punto accadde che già la seconda o terza generazione riconoscessero l’insensatezza della costruzione della torre fino al cielo, tuttavia si era già troppo legati reciprocamente per abbandonare la città. Tutto ciò che, in fatto di leggende e canzoni, ha avuto origine in questa città è colmo di attesa impaziente di un giorno profetizzato, quando la città sarà distrutta da cinque rapidi colpi di un pugno gigantesco. Per cui la città ha il pugno nello stemma. 
Franz Kafka 


L’escut de la ciutat



Al principi de la construcció de la Torre de Babel, tot estava en un ordre mitjanament passador. Fins i tot hi havia massa ordre, potser. Van prendre excessiva cura dels guies i traductors, dels allotjaments per a obrers i les vies de comunicació, com si es disposés de segles per acomplir aquella tasca. L'opinió general, però, era que mai no serien prou lents. No hauria calgut gaire per deixar-ho còrrer tot, fins de ni plantar els ciments. La gent pensava: l’essencial de tota aquesta empresa és el projecte de construir una torre que abasti fins al cel. Al costat d’aquest pensament tota la resta és secundària. Una vegada copsada la  grandesa de la idea, aquesta ja no pot desaparèixer. Mentre hi haurà homes, hi haurà també aquest fort desig d’acabar la torre fins al final. No ens inquietem per l'avenir.  Al contrari, cal pensar en el major coneixement de les properes generacions; l'arquitectura no ha fet sino progressar i així continuarà; d'ací a cent anys el treball que ara ens ocupa un any es podrà fer en uns mesos, més consistent i millor. Per a què, doncs, escarrassar-nos avui fins al límit de les nostres forces?. L'obstinació seria justificable si en el temps d'una generació es pogués assolir la torre. Cosa totalment impossible; el més probable és que la nova generació, amb els seus coneixements perfeccionats, condeni el treball de l'anterior i enderroqui tot allò ja construït per tornar a començar. Uns tals pensaments restaven energies, i més que de la construcció de la torre, d’allò que hom es preocupava era de la construcció de la ciutat per als obrers. I van començar els conflictes: cada nacionalitat volia el millor barri, això va generar baralles que acabaren vessant molta  sang. Aquestes  disputes no tenien cap objecte; alguns dirigents van estimar que això faria endarrerir molt la construcció de la torre i d'altres  que calia esperar que la pau fos restablerta.  En temps de treva embellien la ciutat generant noves enveges i noves baralles. Així va transcòrrer el temps de la primera generació, però les que seguiren van fer el mateix. Només van desenvolupar la destresa tècnica i amb ella les ganes de brega. Malgrat que la segona o tercera generació  va reconèixer la ximpleria d’una torre que arribés al cel, tothom estava ja massa entrelligat els uns amb els altres per abandonar la ciutat. 
 Tot el que ha sorgit en aquesta ciutat quant a llegendes i cançons és ple de delit envers un dia profètic en el qual un puny gegantí esclafarà la ciutat de cinc cops seguits. És per això que hi ha un puny a l'escut de la ciutat.

Franz Kafka